“Siamo in coda, amico mio. Sembra di procedere piano, ma in realtà lo sportello si avvicina velocemente”. Erano battute come queste che ci siamo scambiati più volte con Raffaello Nardi, uno degli ultimi grandi vecchi di Lucca, sempre più popolata di giovani che sembrano divertirsi tanto.
Alle cinque e mezza di questo caldo mercoledì 19 luglio, Raffaello ci ha lasciati, dopo l’ultimo dei suoi tanti combattimenti che aveva sempre vinto. “Vincerò anche stavolta. Ho la testa dura”. Non è andata così, come avevamo cominciato a supporre e temere, passati i primi ottimistici giorni dell’ultimo intervento. Ma combatteva ancora. Era la sua cifra ed è la sua eredità. Veniva dalla Lucca seria degli uomini del dovere, non dei diritti o del piacere. Era scientificamente e professionalmente preparato ad una grande scuola pisana, era competente, era determinato, e non si lamentava. Lavorava, lottava, e basta, col sorriso, trasformando le recriminazioni in aneddoti. Ha fatto tanto nel suo mestiere, ha dato tanto alla sua scienza e alla nostra città, non si è inchinato a nessun padrone, ha pensato e agito con la sua testa e la sua coscienza. Ha allertato, avvisato, consigliato, operato. Un grande. Ora che ha passato lo sportello, noi tutti, amici, colleghi, estimatori, prendiamo forza da lui. Siamo più poveri, ma anche per merito suo più consapevoli di ciò che ogni giorno ci spetta di fare.
Marcello Pera, 19 Luglio 2023 per la Gazzetta di Lucca (link)